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Immagine del redattoreEmiliano Galigani

Anna Maria Scocozza

Anna Maria Scocozza nasce nel 1965 a Roma, dove vive e lavora. Diplomata in

Costume e Moda, ha frequentato, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, la

Scuola libera del nudo, e numerosi corsi di specializzazione di pittura, decorazione,

carta e cartone.

Conduce Laboratori/Workshop artistici-creativi e corsi di tecniche pittoriche presso

Musei, Scuole e Centri di aggregazione giovanile per adolescenti, adulti e bambini.

La mia narrazione artistica è la conseguenza di un fare ispirato, sempre in bilico tra

sogno e realtà, tra declino e rinascita, tra spirito e materia, tra estetica ed etica, tra

realtà e sublimazione poetica.

Apparentemente i miei “indumenti poetici” sembrano oggetti di consumo ma sono

invece “contenitori di senso”, specchi per guardarsi dentro e suscitare meraviglia.

Le mie opere sono visioni da indossare con l'anima, che prendono in prestito – e

utilizzano come pretesto, come metafora – un “guardaroba poetico” tutto al

femminile: abiti, lingerie, scarpe, e altri indumenti, realizzati in carta e cartone

riciclato, che spingono lo spettatore ad una riflessione sul riuso e sul guardare gli

scarti in un'ottica di “Rinascita creativa”.

Il riuso inteso non solo come fonte di bellezza, ma anche come stimolo a una

educazione sempre più sostenibile, come valore e dovere umano.

La mia pratica artistica si mette in contatto in particolar modo con l'energia femminile

arcaica e potente, coraggiosa, spudorata e creativa, che è poi la mia stessa energia, la

mia stessa forza, che appartiene a tutte le donne; e diventa così uno strumento per

risolvere e riparare con la bellezza le intime lacerazioni e sofferenze dei percorsi

umani femminili.


Rammendo le ferite con l'oro della speranza e dell'amore; che si trasmuteranno, poi,

in luminose feritoie da dove far entrare la luce, della consapevolezza.

La carta (in particolare quella riciclata) racconta storie impregnate di vissuto e

ricordi. Nella sua leggerezza e apparente fragilità, nella sua natura proteiforme,

nasconde una matrice eterna e universale. Le vespe cartonaie lo sanno: raccolgono

infatti le fibre del legno, le mescolano con la saliva e la usano per costruire nidi di carta che resistono all'acqua. E hanno suggerito all'uomo come dal legno si può creare

la carta. Noi siamo Natura. La Natura, quindi la carta, è me in un'altra forma

vegetale.





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