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Immagine del redattoreEmiliano Galigani

ALEX SALA

Urgenza comunicativa

Mi chiamo Alex Sala. Chi sono? Lascio le possibili risposte alle persone che mi circondano e di cui mi circondo. Vivo e lavoro in Lombardia spostandomi spesso tra le sue province e quelle di altre regioni. Mi sento un nomade sia fisicamente che emotivamente.

Il tema qui e ora mi riporta a quel senso di impermanenza e di vacuità che ci dona la possibilità di ricercare sensazioni e percezioni in un piano diverso da quello fisico. Se ci dimentichiamo di essere di passaggio perdiamo la possibilità di percepire quel sottile battito di eternità che ci portiamo dentro.


Fare arte nel mondo contemporaneo per me significa esplorare. Sono più interessato alla sperimentazione che alla realizzazione di un prodotto. La mia ricerca in ambito artistico è parallela a quella interiore. I temi e le soluzioni estetiche sono lo specchio della mia esistenza che naturalmente cambia e si modifica continuamente. Non cerco dei punti fermi o un’estetica che mi rappresenti, sono più interessato ad esprimere la mia urgenza comunicativa. In fondo per me l’arte è stata ed è un mezzo per conoscermi. Probabilmente capiterà che un giorno abbandonerò questo mezzo espressivo che potrebbe diventare una restrizione e una routine piuttosto che uno spazio libero in espansione.


Utilizzo la carta sporadicamente come medium in alcune mie performance. Ultimamente sono affascinato dai suoni degli oggetti di uso quotidiano. La carta è un materiale che produce suoni durante il suo utilizzo: stropicciandola, piegandola, strappandola si possono modulare suoni molto brevi con intensità differenti a seconda della forza che imprimiamo. Per me la carta è un supporto sonoro-emotivo più che materico.

I miei progetti futuri saranno volti alla collaborazione con altri artisti per tentare di creare contaminazioni tra i linguaggi.


Ho sviluppato la mia tecnica tentando di esprimere in maniera immediata e quasi primitiva le mie idee e le mie sensazioni. I tentativi e le fasi di ricerca durano da circa vent’anni. All’inizio cercavo di riconnettermi alla mia storia personale utilizzando materiali come legno, marmo e ferro. Esauritasi questa curiosità mi sono avvicinato alla performance art. 


Gli stimoli e le motivazioni che mi spingono a fare nel mondo contemporaneo sono più che altro esigenze interiori. Sono ancora affascinato dall’idea che le mie sensazioni possano prendere forma e sostanza nel mondo reale ed essere percepite e osservate da altre persone. La mia attenzione è sempre più rivolta ai suoni della vita, che siano essi orecchiabili o assordanti non importa, sono attratto da tutto ciò che è instabile e di passaggio.


Il mio è stato un percorso artistico da autodidatta, vissuto senza aspettative. Ai giovani che si avvicinano al mondo dell’arte potrei consigliare di non adattare la propria ricerca alle mode o alle tendenze e di percorrere una strada che sia il più possibile autentica: lavorare prima di tutto sui contenuti; l’estetica e la forma dovrebbero servire a veicolare messaggi e a raccontare storie, nei casi più elevati a trasmettere emozioni intense.






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