Solo con gli alberi? Assolutamente no!
Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi troviate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla.M.Luther King
Prima di addentrarci nelle incredibili scoperte dell’uomo, è importante conoscere cosa sia vero e cosa sia falso, quando parliamo di produzione della carta. Ci sono notizie considerate vere per sentito dire, come ad esempio che la carta distrugge le foreste o che la produzione della carta comporta un consumo eccessivo di acqua. Abbiamo raccolto in questo articolo i falsi miti ad oggi confutati, (se ne conosci altri scrivici!). Il non sapere giustifica la nostra negligenza o la nostra pigrizia nel fare una corretta raccolta differenziata, per esempio, o azioni che se ripetute da molti possono cambiare in meglio la qualità di vita dell’uomo e del pianeta.
Ma torniamo a noi. Per produrre carta non è necessario ricorrere solo agli alberi. Per esempio, gli egizi la fabbricavano usando papiri. E per secoli l’umanità ha scritto su pelli di animali. Negli ultimi anni, l’industria sta tornando alle origini, esplorando fibre alternative e la buona notizia è che la “carta senz’alberi” (tree free paper) è già di moda.
Ecco alcuni materiali alternativi per fabbricare la carta.

Vecchie t-shirt
Nel 2017, l’impresa britannica Moo ha lanciato una serie di biglietti da visita fatti a base di vecchie T-Shirt riciclate. Il cotone estratto da tessuti in disuso produce un tipo di carta particolarmente resistente, che si usa combinata con altre fibre per documenti legali che devono durare nel tempo o nelle banconote di diversi paesi.
Feci degli erbivori
In Sri Lanka è dal 1997 che si produce ottima carta fatta con feci di elefante chiamata Elephant Dung Paper, mentre l’impresa statunitense Poopoopaper commercializza carta fatta con feci non solo di elefante ma anche di mucca, asino, cavallo, alce e persino panda. Le feci degli erbivori sono ricche di fibre derivate dalle piante e dalla frutta di cui questi animali si nutrono. Con un processo di pulizia e filtraggio si ottiene una splendida carta (del tutto priva di odori!). Alcuni credono che questa tecnica potrebbe aiutare ad affrontare il grave problema della gestione delle feci degli animali d’allevamento.

Bucce, gusci e noccioli di frutta
Bucce d’arancia, viticci d’uva, noccioli d’olive e di frutta, gusci di mandorle, noci e noccioline… Con tutti questi prodotti l’impresa italiana Favini è capace di produrre la sua carta “senz’alberi” Crush. In generale, i residui dell’agricoltura che non possono essere dati da mangiare ad animali o usati per generare biomassa, finiscono per essere bruciati. Ma questi residui sono una fonte di fibre che diverse imprese stanno usando per fabbricare carta. Una linea di produzione promettente è l’uso dei resti della raccolta delle banane.

Piante che non siano alberi
In Cina si fabbrica carta di bambú da un millennio e mezzo. Dal bambú si può estrarre una polpa del tutto analoga a quella della carta convenzionale. Questa antica tecnica è stata trasformata in business da imprese come la canadese Caboo. Anche la canna da zucchero e la canapa offrono fibre promettenti, già usate in carte commerciali. Una pianta africana della famiglia del cotone, il kenaf, sta attirando particolare attenzione. Una superficie coltivata a kenaf produce in un anno la quantità di fibra che la stessa superficie, coltivata a pino, produrrebbe in vent’anni.
(Sulle carte fatte di fibra vegetali leggi la storia di Aliza Thomas)

Alghe
Ogni anno, le città costiere raccolgono tonnellate di alghe accumulate sulle spiagge. Questi “rifiuti” del mare sono ricchi di cellulosa, che si può usare per fabbricare carta di buona qualità. Diverse iniziative, sia a livello di ricerca che applicate a prodotti industriali stanno sfruttando questa possibilità. È straordinaria la storia di una carta italiana creata negli anni ’90, nel contesto di un progetto di ricerca che aveva l’obiettivo di catturare e riciclare le alghe che stavano invadendo la laguna di Venezia.

Sassi
Alcune carte convenzionali contengono polvere di minerali che le rendono più brillanti e resistenti. Ma esiste un tipo di carta in cui il minerale rappresenta più dell’80% del prodotto, mescolato a una piccola quantità di resina plastica. Questa carta, Paper Stone, fatta a base di pietra è già ampiamente commercializzata da diverse imprese in prodotti di alta qualità.

Cuoio
L’italiana Favini ha messo sul mercato un originale prodotto fatto a base di carta convenzionale riciclata, mescolata con resti della produzione del cuoio. Così il cerchio si chiude, tornando alla cara vecchia pelle come materiale di base per la scrittura.Materiali con cui fare la cara
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